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- Test - Panasonic Lumix DMC-GF6

 

 

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 Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6
 Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6 


   

Panasonic, sicura dei suoi prodotti, ci ha sempre favorito nei nostri test fornendoci macchine e obiettivi da nostre specifiche richieste. Desiderando provare la GX7 (prossimo test) avevamo fatto una richiesta specifica chiedendo anche un ottica che ci aveva incuriosito pur avendo una focale, per noi digiscoper, al limite; il Panasonic Lumix G 20mm f1.7 A ASPH dove A (in altri paesi è contrassegnato con II) sta per la nuova versione rivista e ridisegnata nell’estetica ma non nella struttura ottica. Un 20MM, per il formato 4/3 corrisponde ad un 40mm che non sempre è perfettamente compatibile con gli oculari meno sofisticati o quelli dalle caratteristiche più estreme.

La sua grande luminosità e compattezza sono, però, un grande punto di interesse per tutti noi che cerchiamo di compensare al massimo i limiti dei nostri abbinamenti. Quando ci è arrivato il pacco con il materiale richiesto grande sorpresa è stata nello scoprire che ci era stata inviata anche una GF6.

 

Sensore di immagine

16 milioni di pixel effettivi 

Metering

Multiple, ponderata centrale e spot. 

Dimensione sensore

Quattro terzi 17.3 × 13,0 millimetri Live CMOS.

Fattore di ingrandimento

2x.

Obiettivi compatibili

Micro Quattro Terzi

Velocità dell'otturatore

60 a 1/4000 di secondo;

Velocità Burst

4.2 fps

Formato schede

SD / SDHC / SDXC

Dimensioni dell'immagine (pixel)

Immagine: 4592 × 3448, 1712 × 1712. 
Film: 1920 × 1080, 1280x720p, 640 × 480.

Mirino

Schermo LCD 3” (1.040.000 pixel)

Formato file

JPEG, RAW, JPEG + RAW,
AVCHD / MPEG4, MPO (3D).

Spazio colore 

Adobe RGB, sRGB .

Sensibilità ISO

Auto, 160, 12.800 (25.600 con boost).

Interfacce di collegamento sterno

USB 2.0, AV, HDMI mini, WiFi, ingresso DC.

Batteria

Batteria agli ioni di litio ricaricabile, adattatore AC.

Dimensioni :.

111x65x38 mm

Peso

323gr (batteria inclusa)

 

 Logico e chiaro è stato, da subito, trasformare il test non solo per le caratteristiche delle singole attrezzature ma valutare anche il confronto tra la entry level e la top di gamma delle mirrorless compatte. Per esigenze interne a Panasonic abbiamo dovuto restituire la GX7 dopo breve tempo ma tornerà nelle prossime settimane. Ecco che tutti i nostri interessi si sono concentrati sulla piccola che è la logica evoluzione della serie GF di cui avevamo già testato la GF3 che tanto ci aveva affascinato.  

Nota: ricordiamo i significati delle sigle adottate da Panasonic

GF

Compatte (più piccole e leggere) per un utente entry level. Fino all’arrivo della GF6 il corpo era in plastica, ora il telaio è in metallo, e non avevano una manopola per le funzioni di scatto. Tutto si regolava solo dal menu.

G

Macchine destinate ad un utente intermedio. Aumenta la robustezza costruttiva e viene aggiunto un mirino elettronico.

GX

Questa è una linea più recente di compatte, come le GF e G, ma dalle caratteristiche e qualità ancora più raffinate, robuste e più complete nel numero di comandi e funzioni.

GH

Macchine destinate ad un utente esigente e raffinato. Robuste top di gamma con un ampio numero di comandi e dall’estetica simile ad una tradizionale DSLR, ottimizzate per foto statiche anche in studio e video.

La Panasonic Lumix GF6 è quindi una compatta mirror-less Micro Quattro Terzi annunciata nell’aprile del 2013, un anno dopo la GF5 che sostituisce. La GF6 non fa concorrenza alla serie GX ma è indubbiamente un grande passo in avanti rispetto ai precedenti modelli GF. Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6

Dotata di un sensore da 16 megapixel Live MOS Quattro Terzi e pilotata dal processore Venus Engine, lo stesso che abbiamo trovato nella top di gamma GH3. Viene integrato il Wifi con NFC (Near-Field Communication) per ottimizzare la configurazione sui cellulari compatibili. Si rende quindi possibile controllare a distanza (fino a un paio di metri) la fotocamera (Controllare l’immagine live view, messa a fuoco, compensazione dell'esposizione, ISO, WB e stili foto) utilizzando Apple iOS e anche Android (basta scaricare una applicazione gratuita) così da sfruttare anche il loro GPS. Possiamo caricare e scaricare le immagini direttamente verso servizi vari in casa o in rete. Se usiamo il WiFi con il nostro telefono o il tablet dotati di NFC, appoggiandoli alla GF6 per un secondo, tutto sarà molto più facile nel collegamento, basterà inserire la password di accesso alla rete Wifi della periferica prescelta. Abbiamo immaginato la possibilità di controllare e scattare dal cellulare con la nostra attrezzatura posizionata lontano.

 Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6L'altra grande novità è uno schermo inclinabile, a pantografo, montato su una robusta cerniera consentendo un movimento verso l'alto di 180 gradi (selfie !?). L’LCD da 3 pollici è un touch screen elettrostatico per una maggiore luminosità ed ha una risoluzione di ben 1040k punti. Ottimo nella qualità visiva e veloce nella reazione al comando al tatto ma ricordiamoci che, come per tutti i touch screen elettrostatici, non funziona con i guanti. La funzione automatica di luminanza dell’LCD rileva automaticamente le condizioni di luce e aumenta la retroilluminazione LCD fino al 40% quando si scatta in pieno sole.

 L'AF a rilevazione di contrasto è migliorato ed ottimizzato per riprese in condizioni di scarsa luce. Funziona benissimo e ci ha permesso di riprendere anche soggetti immersi nel sottobosco senza perdere la precisione della MaF e dell’esposizione. Panasonic e Olympus ci hanno, oramai, abituato ad una ottima MaF in tutte le situazioni di ripresa ma la piccola GF6 si comporta come le sue sorelle maggiori sia in velocità come con scarsa luce. Una performance davvero sorprendente.

Per chi tra noi preferisce lavorare con la messa a fuoco tutta manuale manca la possibilità di far risaltare i contorni dell’area a fuoco sull’LCD. Un peccato. In soccorso ci viene la grande qualità dell’LCD.

Anche la GF6 ha la possibilità dello scatto al tocco dello schermo ma ora è adatta anche al nostro sistema visto che basta sfiorare leggermente la superficie dell’LCD senza creare il pericolo di mosso. Ad oggi è il sistema più veloce e il più intuitivo piuttosto che selezionare con il joystick un punto e un area di messa a fuoco. Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6

La presenza di un pratico selettore di modalità sulla parte superiore, assente nelle altre GF, dimostra che questa è molto più di una semplice fotocamera “point-and-shoot”. Tra le novità del selettore ripresa spicca lo “stile Panorama” come nelle Sony NEX con le quali, non ci crederete, abbiamo provato a fare una panoramica, a Comacchio, ed è riuscita perfettamente anche in digiscoping.

Nel menu di selezione “Scene” abbiamo 23 tipi di intervento della macchina, alcuni dal nome molto originale come “Dessert Goloso”, Manicaretti o “Notturno Sofisticato”. Fortunatamente in digiscoping non abbiamo di questi problemi anche se alcune hanno prodotto immagini del tutto interessanti e creative.

 A noi è arrivata la versione nera ma è disponibile anche quella argento mentre all’estero si può scegliere anche marrone, rossa o bianca. Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6 Quella nera ha, comunque, la parte superiore in “argento” che, a noi digiscoper, può creare qualche problema di identificazione per via dei riflessi ma, nel suo insieme, da un idea molto robusta e con quel piccolo look retrò che va tanto di moda. Come tutte le GF non ha una slitta multifunzione porta flash che ci aiuterebbe non poco nel trovare una soluzione razionale e compatta per uno scatto remoto (non è disponibile uno a filo o via radio). Noi abbiamo risolto con una “classica” barretta a L (la notate nelle foto).

Accanto al pulsante di scatto c’è un piccolo e incassato pulsante per la ripresa video (Full HD, 1.920 × 1.080, 30 fps, AVCHD e MP4) che, come tradizione dei prodotti Panasonic, è assai buona sia nell’immagine che nel suono stereo (non è disponibile una presa per microfoni esterni).  Review Test - Panasonic Lumix DMC-GF6

I tasti funzione sono due fisici e due sul pannello LCD touchscreen. Un solo pulsante fisico (F2) è realmente programmabile dal menu visto che l’F1, anche se programmabile, richiama di default il pratico menu veloce assai utile. Quelli sull’LCD sono attivabili dopo aver estratto il piccolo pannello verticale e quindi sono molto meno veloci da attivare. Nella manopola selettore abbiamo la possibilità di selezionare 2 (C1 C2) pre configurazioni che avremo organizzato liberamente per le nostre esigenze.

Nel complesso possiamo dire che la GF6 è molto versatile sia per chi vuole intervenire manualmente nella selezione dei parametri di immagine come per chi si affida all’automatismo interno azionando il pulsante AI o AI+.

La qualità finale dell’immagine (sia JPG come RAW) è assai buona con ricche tonalità vivaci e sfumature di colore omogenee, buona la definizione come il controllo del rumore elettronico. Quest’ultimo è buono fino a 1600ISO e ottimo fino a 800ISO.

NOTA: - Nelle nostre prove in esterno abbiamo potuto constatare che alcune immagini scattate a 1600ISO e altre a 6400ISO erano più che buone e perfettamente leggibili sia nei particolari del piumaggio che nella resa del colore anche se dimostravano la presenza di rumore che non era così invasivo e deturpante.
Un ottima resa per una piccola entry level.

Andando ad analizzare le immagini a valori che superano il 100% di ingrandimento si nota che nel JPG, se confrontato con il RAW, si perde un poco di nitidezza e contrasto … ecco perché, con tutte le macchine, consigliamo sempre di lavorare in RAW … più pesante ma assai più fedele.

Sul fondo c’è un attacco per il cavalletto con filettatura in metallo, perfettamente in linea con l’asse ottico dell'obiettivo. Particolare assai utile per i nostri accessori e segno di una accurata progettazione che non dimentica chi vuole fare riprese panoramiche.

La Lumix GF6 è dotata di una batteria (DMW-BLG10E) con una potenza di 1025mAh, capace, secondo Panasonic, di 320 scatti in condizioni standard CIPA. Una buona prestazione che, per noi digiscoper che obblighiamo la macchina a lunghe attese, può risultare critica e ci obbliga all’acquisto di un’altra di riserva se facciamo foto e due se riprendiamo dei video.
Avendo cura di disabilitare il Wi-Fi, la MaF continua e ottimizzando i tempi di auto spegnimento monitor/macchina possiamo risparmiare molto e lavorare una intera giornata estiva in serenità. Un vantaggio e una grande performance  della GF6 è la rapidità di accensione della macchina che è una delle più veloci in assoluto con i suoi 0,8 secondi!

 


Ottica - Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH

Specifiche del prodotto.
Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH
Caratteristiche

Focale

20mm  -  Paragonabile alla lunghezza focale di40 mm nel formato 35mm.  f/3.4

Apertura

Massima: f / 1.7 Minima: f / 16

Baionetta

Micro Quattro Terzi

Angolo di visione

57 °

Distanza minima

7.87 "(20 cm)

Fattore di Ingr.

0.13x

Lenti / Gruppi

7./.5 - 2 lenti asferiche

Lamelle diaframma

7  -  circolare

Filtro - diametro

46 mm. (non rotante)

Dimensioni (DxL)

Circa. 2.48 x 1.00 "(63 x 25.5 mm)

Peso

3,07 once (87 g)

Autofocus

Si

Stabilizzatore imm.

No

Tropicalizzato

No

 

Il Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH è un aggiornamento di un ottica Lumix dalle caratteristiche già molto apprezzate dai fotografi amatoriali e professionisti.

Si tratta di un obiettivo Pancake di solo 2,5 centimetri. Le ottiche Pancake, normalmente, tendono ad essere piuttosto "buie", ma i progettisti sono riusciti ad avere un apertura di f/1.7 che è ottima anche per noi così avidi di luminosità. Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH

La lunghezza focale è equivalente ad un 40mm f/3,4 nel formato 24x36 (formato Leica). Siamo, quindi, di fronte ad un obiettivo normale ma moderatamente grandangolare che non sempre è adatto al collegamento in digiscoping.

Noi abbiamo pensato che bisognava provarlo anche per vedere quanto questo limite fosse davvero un nostro gap. Certo che compattezza, leggerezza, qualità ottica e luminosità erano una grande attrazione.

Abbiamo già detto che questo è un aggiornamento di un’ottica gloriosa ma come si può aggiornare uno strumento che è già buono?  Semplice! Basta conservare il buono (le lenti e la struttura ottica) e aggiornare i materiali e la meccanica rendendoli ancora più affidabili e robusti. Nel vecchio 20mm abbondava la plastica ed oggi tutte le parti più soggette ad usura sono in metallo e la plastica è rimasta solo nella copertura esterna delle parti decorative. Andava poi aggiornato il meccanismo AF che ora è veloce e silenzioso.

Si potrebbe pensare che tutto questo abbia appesantito non poco l’ottica ma non è vero visto che il nuovo pesa 100g al posto dei 87g del vecchio.

Grazie all’aumentata affidabilità possiamo collegare in digiscoping anche macchine più pesanti come la GH3 senza correre il rischio di malfunzionamenti o facili rotture strutturali.

Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPHIl difficile è trovare una soluzione che possa compensare il leggero movimento (circa 2mm) che la parte ottica con il passo portafiltri fa verso l’esterno quando mette a fuoco.

La soluzione più semplice è quella di disabilitare l’AF e rinunciare alla messa a fuoco fine prima dello scatto. In questo caso dobbiamo lavorare solo con il focheggiatore del cannocchiale. La GF6 ci viene in aiuto perchè, appena tocchiamo la messa a fuoco, nell’LCD compare l’immagine ingrandita (5.0x) per la corretta messa a fuoco.

Altrimenti dobbiamo costruirci un tubo che fasci l’obiettivo ( 63mm) e che abbia il passo per l’adapter dall’altro lato. Un tubo (il nostro era in PVC lungo non più di 24mm) molto corto perché l’ottica deve, per forza, essere molto vicina all’oculare. Per lo stesso motivo dobbiamo cercare, se usiamo il collegamento al porta filtri, degli anelli di conversione in metallo molto sottili per ridurre al minimo la distanza tra lenti, filtri come quelli di Photosolve o similari. Pochi millimetri di differenza possono causare facilmente inizi di vignettatura.

La soluzione che ci è sembrata più sicura e comoda è stata quella di adottare un adapter tipo il Kowa TSN-DA10 o lo Swarovski DCB anche se la loro costruzione non garantisce la assoluta protezione da infiltrazioni di luce tra le lenti. La possibilità di usare tranquillamente due adapter progettati per l’uso con macchine compatte ci fa capire quanto piccolo e compatto è l’insieme GF6+20mm.

Note:

I°

Strano che il passo a vite di 46mm sia realizzato in materiale plastico. Probabilmente hanno creduto che potevano essere collegati solo i filtri per i quali è più che sufficiente.

I

Altrettanto strano è che non sia stato pensato un paraluce il cui aggancio ci avrebbe potuto aiutare.

III°

Grazie alla leggerezza della GF6 abbiamo collegato la macchina con il 20mm direttamente all’adapter TSN-DA10 lasciando l’AF attivato. Ha funzionato tutto perfettamente. Non è una soluzione che consigliamo perché il motore interno all’ottica deve operare con uno sforzo maggiore di quello che i costruttori hanno pensato … ma … funziona.


Le prestazioni

 L’ottica è veloce nella messa a fuoco in condizioni di buona luce mentre rallenta considerevolmente quando la luce è scarsa. Questo è dovuto in buona parte dalle caratteristiche del progetto che sposta tutto il blocco di lenti (è nostra convinzione che sposti tutto il blocco perché la distanza di uscita della prima lente è pari a quella di entrata della ultima lente). Ecco perché non ha movimenti interni di gruppi di lenti e perché può creare problemi di vignettatura con alcuni oculari.

Con altri oculari, quelli grandangolari, le sue deformazioni geometriche non sono viste correttamente e mettono in crisi il processore interno alla macchina. In questi casi, nei JPG, vediamo degli interventi interni che lasciano degli artefatti. Nulla di grave perché sono visibili solo ad ingrandimenti superiori al 1:1 ma questo ci fa pensare che possa incidere anche nella resa della definizione dell’immagine ed allora, e anche questa volta, preferiamo usare i RAW che apriremo con un programma come DXO Optics Pro o altri che danno la possibilità di vedere l’immagine come realmente raggiunge il sensore. Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH Meglio controllare e correggere da noi perché ci sono immagini che non sempre hanno bisogno di un intervento.

In genere siamo abituati ad usare le ottiche collegate al cannocchiale portate al massimo della loro apertura. Questo ci pone nella situazione ottica molto favorevole alla presenza di maggiore diffrazione e quindi minore definizione. Su ottiche “Normali” o “Grandangolari” il rischio aumenta. Vero è che basta chiudere di un diaframma (circa) per risolvere il tutto ma noi siamo assetati di luce quando sappiamo che le nostre riprese in piena luce giungono al sensore molto più buie. Ecco perché valutare un compromesso ottico è necessario. Questo 20mm se la cava benissimo anche a f1.7 ma a f/2 è già buono e da f/2.8 in poi è perfetto.

Il nuovo design del barilotto presenta una scelta estetica che potrebbe darci dei problemi se usiamo un adapter “aperto”, uno che permette infiltrazioni di luce fra obiettivo e oculare, infatti la superficie di plastica che si trova intorno alla prima lente è lucida e, riflettendo la luce, potrebbe creare diffrazione. Consigliamo un adapter “chiuso” o di oscurare lo spazio aperto con un panno o un cartoncino sagomato.

L’ottica, grazie anche alla presenza di due lenti asferiche, ha una ressa molto buona nel controllo delle aberrazioni.  Quelle cromatiche si potrebbero notare solo ai bordi immagine a forti ingrandimenti. Aumentando gli ingrandimenti dell’oculare la loro presenza non è da imputarsi solo all’obiettivo. Nelle nostre prove i risultati erano sempre buoni ma variavano da oculare a oculare e da cannocchiale a cannocchiale.

 

La copertura dell’immagine (vignettatura) con un soggetto posto a 20m dà questi risultati.

Modello

20x o 25x

30x

40x

50x

60x o 70x

Kowa TSN-883   + 20-60x

Vignetta

Vignetta

Quasi Buono

Ottimo

 Ottimo

Swarovski ATM 80 + 25-60x

Quasi Buono

Buono

Ottimo

Ottimo 

Ottimo 

Swarovski ATX 65mm + 25-60x

Copre solo senza paraocchio

Buono

Ottimo 

Ottimo 

Ottimo 

Swarovski ATX 85mm + 25-60x

Quasi Buono  Copre solo senza paraocchio

Buono

Ottimo 

Ottimo 

Ottimo 

Swarovski ATX 95mm + 30-70x

Quasi Buono  Copre solo senza paraocchio

Buono

Ottimo 

Ottimo 

Ottimo 

Nikon EDG
85mm + 20-60x
65mm + 16-48x

Vignetta

Vignetta

Buono

 Ottimo

Ottimo 

Primaluce AIRY 80 + 8-24mm

Vignetta

Vignetta

 Quasi Buono - Senza paraocchio

 Ottimo

 Ottimo

Primaluce AIRY 80 + 5mm

Ottimo Copertura completa

Kowa 25x Ler

Vignetta

Kowa 30x

Ottimo Copertura completa

Kowa 14x

Vignetta sempre, abbondantemente a tutte le distanze.

Nikon FEP-20W  

Ottimo Copertura completa

Nikon FEP-30W  

Ottimo Copertura completa

Nikon FEP-75W  

Ottimo Copertura completa

 Commento.

Mentre con lo Swarovski, togliendo il paraocchio, si riesce a guadagnare qualche millimetro la cosa non è altrettanto efficiente con gli altri oculari. Il valore “Buono” corrisponde ad un immagine nella quale è presente una leggera vignettatura che si controlla benissimo in PP.
Per alcuni oculari abbiamo dovuto escludere la MaF automatica altrimenti si sarebbe potuta creare vignettatura (l’ottica che si muove alla ricerca del fuoco varia la distanza tra le lenti oculare-obiettivo con relativi problemi).
Lo zoom Nikon non è consigliato per il digiscoping dalla casa madre.
Il luminoso Kowa 14x (TSN-VA3) è stato studiato per l’uso con ottiche più potenti.
il Kowa 25x LER (TE-20H Long Eye Relief) è un oculare HD che, con la sua Estrazione Pupillare (EP) di 32mm, è stato studiato appositamente per i portatori di occhiali ed è buono in digiscoping se abbinato a obiettivi dalla grande lente frontale e con un rapporto (ottica dimensione sensore) minimo di 4x.
Il nostro 20mm ha un fattore di ingrandimento di 0,13x.
Gli oculari Primalucelab sono pensati per l’osservazione astronomica e il loro riferimento è in mm, quindi il 8mm dà più ingrandimenti del 24mm. Lo Zoom 8-24mm corrisponde ad un 63-21x e il potente 5mm a un 100x.

Come possiamo notare dai risultati ci sono da 45x in poi senza problemi. A 40x dobbiamo cercare con cura la distanza tra oculare e obiettivo. In questo caso dobbiamo assicurarci una perfetta centratura degli assi ottici e perpendicolarità al sensore. Quasi nessun problema con adattatori tipo il DA10 o il DCA II ma dobbiamo dedicare la massima accuratezza e frequenti controlli con gli adattatori "aperti" come il DA4 o il DCB II. Con questi adapter i risultati peggiorano perché la distanza minima tra le lenti è superiore e/o meno controllabile ma anche perché sono più difficili nel controllare e far mantenere una perfetta perpendicolarità del sensore al piano ottico dell'oculare.

 

A questo punto è logico chiedersi se l’abbinamento conviene veramente. Quale vantaggio possiamo avere con un obiettivo dalla focale corta come il 20mm (40mm nel formato Leica). Se escludiamo la qualità ottica e la luminosità dell’obiettivo è evidente che non è poi così consigliato usare fattori di ingrandimento superiori al 40x degli oculari zoom perché, tranne alcuni modelli, non sempre danno il meglio della loro qualità ottica oltre a essere abbastanza bui e, quindi, vanificano la luminosità dell’obiettivo. La nostra valutazione cambia completamente se usiamo il 20mm con oculari dalla focale fissa come gli ottimi (quasi tutti) 30x. In questo caso la resa è molto buona e consigliata proprio per la qualità finale dell’immagine prodotta che è di gran lunga superiore (fino ai bordi) ad un fattore di ingrandimento di 30x degli zoom. Il minor numero di lenti e la compattezza finale ci dovrebbero garantire una maggiore definizione e luminosità colore.

 

Alla luce di questa ultima considerazione il Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH è sicuramente consigliabile, per la sua qualità ottica (colore, luminosità e contrasto), ad un digiscoper attento e raffinato dotato di un sistema completo e di grande qualità ottica.

 

Nota: - Questa ottica è davvero divertente se usata non in digiscoping. Paesaggi e piccolo reportage diventano facili e divertenti. Un obiettivo che dovrebbe essere nel corredo di un fotografo “completo”.

 


 Conclusioni

 Panasonic GF6, nel complesso, offre un buon livello di prestazione più che in linea con il suo stato di entry-level, se non addirittura superiore a quello che ci si aspetta da una macchina del suo prezzo e comparata alle sue più dirette rivali.

La sua costruzione compatta ma robusta è l’ideale per chi ha bisogno di trasportare tutta la attrezzatura per lunghi tratti e non intende rinunciare alla qualità di una macchina dal sensore più grande di una compatta e dagli obiettivi intercambiabili. Un unica macchina per belle foto in digiscoping, paesaggi, macro e foto ricordo.

Il salto più gratificante e indolore per un digiscoper affezionato alle caratteristiche di maneggevolezza e praticità delle macchine compatte ma desideroso di una maggiore qualità e definizione finale riscontrabile solo con sensori più grandi.
La GF6 è un buon punto di ingresso nel sistema Micro Quattro Terzi, il sistema che , in questo momento, ha la più alta scelta di ottiche tra le mirrorless.

 

In questa immagine abbiamo usato il nuovo DCB di Swarovski per collegare la macchina all'oculare. Il DA-10 collega all'oculare 30x del Kowa TSN-883
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La GF6 + anello T2 collega lo Swarovski al suo APO TLS

La GF6 con lo zoom Lumix G VARIO 14-42 mm / F3.5-5.6 II ASPH. / MEGA O.I.S e il LCD a 180°

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Ci è piaciuto

·         Una delle più piccole e pratiche mirrorless per il digiscoping.

·         Ottima resa colore e contrasto immagine.

·         Schermo mobile.

·         LCD AMOLED Touchscreeen con supporto multitouch.

·         Wi-Fi integrato con NFC .

·         Ottima e affidabile l’esposizione.

·         Ottimo RAW.

·         Rapida messa a fuoco con aiuto per la messa a fuoco manuale.

·         Touchscreen per la selezione del punto di MaF.

·         Menu chiaro e molto pratico il menu veloce.

·         Robustezza (corpo in lega metallica)  Design.

 

Non ci è piaciuto

·         Nessuna possibilità di scatto remoto se non con il Wi-Fi.

·         Nessuna slitta multifunzione.

·        Scarsa memoria buffer.

·         Assenza GPS integrato o opzionale.

·        Assenza prese per microfono stereo esterno.

·         Autonomia della batteria

 


 

Ecco alcune immagini realizzate con alcuni cannocchiali.

Panasonic Lumix DMC-GF6 – Con Kowa 883 e 30x – Tuffetto Panasonic Lumix DMC-GF6 – Con Swarovski ATX 95HD Mestolone
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Panasonic Lumix DMC-GF6 – Con
Nikon Fieldscope EDG 85
Panasonic Lumix DMC-GF6 – Resa a 3200ISO
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Panasonic Lumix DMC-GF6 -  Kowa TSN 883 Prominar Panasonic Lumix DMC-GF6 -  Swarovski ATX 95HD 


 

 


   


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