- Test - Panasonic Lumix DMC-GF6
Panasonic, sicura dei suoi prodotti, ci ha sempre favorito nei nostri test fornendoci macchine e obiettivi da nostre specifiche richieste. Desiderando provare la GX7 (prossimo test) avevamo fatto una richiesta specifica chiedendo anche un ottica che ci aveva incuriosito pur avendo una focale, per noi digiscoper, al limite; il Panasonic Lumix G 20mm f1.7 A ASPH dove A (in altri paesi è contrassegnato con II) sta per la nuova versione rivista e ridisegnata nell’estetica ma non nella struttura ottica. Un 20MM, per il formato 4/3 corrisponde ad un 40mm che non sempre è perfettamente compatibile con gli oculari meno sofisticati o quelli dalle caratteristiche più estreme.
La sua grande luminosità e compattezza sono, però, un grande
punto di interesse per tutti noi che cerchiamo di compensare
al massimo i limiti dei nostri abbinamenti. Quando ci è
arrivato il pacco con il materiale richiesto grande sorpresa
è stata nello scoprire che ci era stata inviata anche una
GF6.
La Panasonic Lumix GF6 è quindi una
compatta mirror-less Micro Quattro Terzi annunciata
nell’aprile del 2013, un anno dopo la GF5 che sostituisce.
La GF6 non fa concorrenza alla serie GX ma è indubbiamente
un grande passo in avanti rispetto ai precedenti modelli GF.
Dotata di un sensore da 16 megapixel Live MOS Quattro Terzi
e pilotata dal processore Venus Engine, lo stesso che
abbiamo trovato nella top di gamma
GH3.
Viene integrato il Wifi con NFC (Near-Field Communication)
per ottimizzare la configurazione sui cellulari compatibili.
Si rende quindi possibile controllare a distanza
(fino a un paio di metri) la
fotocamera (Controllare l’immagine live view, messa a fuoco,
compensazione dell'esposizione, ISO, WB e stili foto)
utilizzando Apple iOS e anche Android (basta scaricare una
applicazione gratuita) così da sfruttare anche il loro GPS.
Possiamo caricare e scaricare le immagini direttamente verso
servizi vari in casa o in rete. Se usiamo il WiFi con il
nostro telefono o il tablet dotati di NFC, appoggiandoli
alla GF6 per un secondo, tutto sarà molto più facile nel
collegamento, basterà inserire la password di accesso alla
rete Wifi della periferica prescelta. Abbiamo immaginato la
possibilità di controllare e scattare dal cellulare con la
nostra attrezzatura posizionata lontano.
Per chi tra noi preferisce lavorare con la messa a fuoco tutta manuale manca la possibilità di far risaltare i contorni dell’area a fuoco sull’LCD. Un peccato. In soccorso ci viene la grande qualità dell’LCD.
Anche la GF6 ha la possibilità
dello scatto al tocco dello schermo ma ora è adatta anche al
nostro sistema visto che basta sfiorare leggermente la
superficie dell’LCD senza creare il pericolo di mosso. Ad
oggi è il sistema più veloce e il più intuitivo
piuttosto che selezionare con il
joystick un punto e un area di messa a fuoco.
La presenza di un pratico selettore di modalità sulla parte
superiore, assente nelle altre GF, dimostra che questa è
molto più di una semplice fotocamera “point-and-shoot”.
Nel menu di selezione “Scene” abbiamo 23 tipi di intervento
della macchina, alcuni dal nome molto originale come
“Dessert Goloso”, Manicaretti o “Notturno Sofisticato”.
Fortunatamente in digiscoping non abbiamo di questi problemi
anche se alcune hanno prodotto immagini del tutto
interessanti e creative.
Accanto al pulsante di scatto c’è un piccolo e incassato
pulsante per la ripresa video (Full HD, 1.920 × 1.080, 30
fps, AVCHD e MP4) che, come tradizione dei prodotti
Panasonic, è assai buona sia nell’immagine che nel suono
stereo (non è disponibile una presa per microfoni esterni).
I tasti funzione sono due fisici e due sul pannello LCD
touchscreen. Un solo pulsante fisico (F2) è realmente
programmabile dal menu visto che l’F1, anche
se programmabile, richiama di default il
pratico menu veloce assai utile. Quelli sull’LCD sono
attivabili dopo aver estratto il piccolo pannello verticale
e quindi sono molto meno veloci da attivare. Nella manopola
selettore abbiamo la possibilità di selezionare 2 (C1 C2)
pre configurazioni che avremo organizzato liberamente per le
nostre esigenze.
Nel complesso possiamo dire che la GF6 è molto versatile sia
per chi vuole intervenire manualmente nella selezione dei
parametri di immagine come per chi si affida all’automatismo
interno azionando il pulsante AI o
AI+.
La qualità finale dell’immagine (sia JPG come RAW) è assai
buona con ricche tonalità vivaci e sfumature di colore
omogenee, buona la definizione come il controllo del rumore
elettronico. Quest’ultimo è buono fino a 1600ISO e ottimo
fino a 800ISO.
NOTA:
- Nelle nostre prove in esterno abbiamo potuto constatare
che alcune immagini scattate a 1600ISO e altre a 6400ISO
erano più che buone e perfettamente leggibili sia nei
particolari del piumaggio che nella resa del colore anche se
dimostravano la presenza di rumore che non era così invasivo
e deturpante.
Andando ad analizzare le immagini a valori che superano il
100% di ingrandimento si nota che nel JPG, se confrontato
con il RAW, si perde un poco di nitidezza e contrasto … ecco
perché, con tutte le macchine, consigliamo sempre di
lavorare in RAW … più pesante ma assai più fedele.
Sul fondo c’è un attacco per il cavalletto con filettatura
in metallo, perfettamente in linea con l’asse ottico
dell'obiettivo. Particolare assai utile per i nostri
accessori e segno di una accurata progettazione che non
dimentica chi vuole fare riprese panoramiche.
La Lumix GF6 è dotata di una batteria (DMW-BLG10E) con una
potenza di 1025mAh, capace, secondo Panasonic, di 320 scatti
in condizioni standard CIPA. Una buona prestazione che, per
noi digiscoper che obblighiamo la macchina a lunghe attese,
può risultare critica e ci obbliga
all’acquisto di un’altra di riserva se facciamo foto e due
se riprendiamo dei video.
Ottica - Panasonic
Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH
Specifiche del prodotto.
Il Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH
è un aggiornamento di un ottica Lumix dalle caratteristiche
già molto apprezzate dai fotografi amatoriali e
professionisti.
Si tratta di un obiettivo Pancake di solo 2,5 centimetri. Le
ottiche Pancake, normalmente, tendono ad essere piuttosto "buie",
ma i progettisti sono riusciti ad avere un apertura di f/1.7
che è ottima anche per noi così avidi di luminosità.
La lunghezza focale è equivalente ad un 40mm f/3,4
nel formato 24x36 (formato Leica). Siamo, quindi, di fronte ad
un obiettivo normale ma moderatamente grandangolare che non sempre è
adatto al collegamento in digiscoping.
Noi abbiamo pensato che bisognava provarlo anche per vedere
quanto questo limite fosse davvero un nostro gap. Certo che
compattezza, leggerezza, qualità ottica e luminosità erano
una grande attrazione.
Abbiamo già detto che questo è un aggiornamento di un’ottica
gloriosa ma come si può aggiornare uno strumento che è già
buono? Semplice!
Basta conservare il buono (le lenti e la struttura ottica) e
aggiornare i materiali e la meccanica rendendoli ancora più
affidabili e robusti. Nel vecchio 20mm abbondava la plastica
ed oggi tutte le parti più soggette ad usura sono in metallo
e la plastica è rimasta solo nella copertura esterna delle
parti decorative. Andava poi aggiornato il meccanismo AF che
ora è veloce e silenzioso.
Si potrebbe pensare che tutto questo abbia appesantito non
poco l’ottica ma non è vero visto che il nuovo pesa 100g al
posto dei 87g del vecchio.
Grazie all’aumentata affidabilità possiamo collegare in
digiscoping anche macchine più pesanti come la GH3 senza
correre il rischio di malfunzionamenti o facili rotture
strutturali.
La soluzione più semplice è quella di disabilitare l’AF e rinunciare alla messa a fuoco fine prima dello scatto. In questo caso dobbiamo lavorare solo con il focheggiatore del cannocchiale. La GF6 ci viene in aiuto perchè, appena tocchiamo la messa a fuoco, nell’LCD compare l’immagine ingrandita (5.0x) per la corretta messa a fuoco. Altrimenti dobbiamo costruirci un tubo che fasci l’obiettivo (ᴓ 63mm) e che abbia il passo per l’adapter dall’altro lato. Un tubo (il nostro era in PVC lungo non più di 24mm) molto corto perché l’ottica deve, per forza, essere molto vicina all’oculare. Per lo stesso motivo dobbiamo cercare, se usiamo il collegamento al porta filtri, degli anelli di conversione in metallo molto sottili per ridurre al minimo la distanza tra lenti, filtri come quelli di Photosolve o similari. Pochi millimetri di differenza possono causare facilmente inizi di vignettatura.
La soluzione che ci è sembrata più sicura e comoda è stata
quella di adottare un adapter tipo il Kowa TSN-DA10 o lo
Swarovski DCB anche se la loro costruzione non garantisce la
assoluta protezione da infiltrazioni di luce tra le lenti.
La possibilità di usare tranquillamente due adapter
progettati per l’uso con macchine compatte ci fa capire
quanto piccolo e compatto è l’insieme GF6+20mm.
Le prestazioni
Con altri oculari, quelli grandangolari, le sue deformazioni
geometriche non sono viste correttamente e mettono in crisi
il processore interno alla macchina. In questi casi, nei
JPG, vediamo degli interventi interni che lasciano degli
artefatti. Nulla di grave perché sono visibili solo ad
ingrandimenti superiori al 1:1 ma questo ci fa pensare che
possa incidere anche nella resa della definizione
dell’immagine ed allora, e anche questa volta,
preferiamo usare i RAW che apriremo con un programma come
DXO Optics Pro o altri che danno la possibilità di vedere
l’immagine come realmente raggiunge il sensore.
In genere siamo abituati ad usare le ottiche collegate al
cannocchiale portate al massimo della loro apertura. Questo
ci pone nella situazione ottica molto favorevole alla
presenza di maggiore diffrazione e quindi minore definizione.
Su ottiche “Normali” o “Grandangolari” il rischio aumenta.
Vero è che basta chiudere di un diaframma (circa) per
risolvere il tutto ma noi siamo assetati di luce quando
sappiamo che le nostre riprese in piena luce giungono al
sensore molto più buie. Ecco perché valutare un compromesso
ottico è necessario. Questo 20mm se la cava benissimo anche
a f1.7 ma a f/2 è già buono e da f/2.8 in poi è perfetto.
Il nuovo design del barilotto presenta una scelta estetica
che potrebbe darci dei problemi se usiamo un adapter “aperto”,
uno che permette infiltrazioni di luce fra obiettivo e
oculare, infatti la superficie di plastica che si trova
intorno alla prima lente è lucida e, riflettendo la luce,
potrebbe creare diffrazione. Consigliamo un adapter “chiuso”
o di oscurare lo spazio aperto con un panno o un cartoncino
sagomato. L’ottica, grazie anche alla presenza di due lenti asferiche, ha una ressa molto buona nel controllo delle aberrazioni. Quelle cromatiche si potrebbero notare solo ai bordi immagine a forti ingrandimenti. Aumentando gli ingrandimenti dell’oculare la loro presenza non è da imputarsi solo all’obiettivo. Nelle nostre prove i risultati erano sempre buoni ma variavano da oculare a oculare e da cannocchiale a cannocchiale.
Mentre con lo Swarovski, togliendo il paraocchio, si riesce
a guadagnare qualche millimetro la cosa non è altrettanto
efficiente con gli altri oculari. Il valore “Buono”
corrisponde ad un immagine nella quale è presente una
leggera vignettatura che si controlla benissimo in PP. Come possiamo notare dai risultati ci sono da 45x in poi senza problemi. A 40x dobbiamo cercare con cura la distanza tra oculare e obiettivo. In questo caso dobbiamo assicurarci una perfetta centratura degli assi ottici e perpendicolarità al sensore. Quasi nessun problema con adattatori tipo il DA10 o il DCA II ma dobbiamo dedicare la massima accuratezza e frequenti controlli con gli adattatori "aperti" come il DA4 o il DCB II. Con questi adapter i risultati peggiorano perché la distanza minima tra le lenti è superiore e/o meno controllabile ma anche perché sono più difficili nel controllare e far mantenere una perfetta perpendicolarità del sensore al piano ottico dell'oculare.
A questo punto è logico chiedersi se l’abbinamento conviene veramente. Quale vantaggio possiamo avere con un obiettivo dalla focale corta come il 20mm (40mm nel formato Leica). Se escludiamo la qualità ottica e la luminosità dell’obiettivo è evidente che non è poi così consigliato usare fattori di ingrandimento superiori al 40x degli oculari zoom perché, tranne alcuni modelli, non sempre danno il meglio della loro qualità ottica oltre a essere abbastanza bui e, quindi, vanificano la luminosità dell’obiettivo. La nostra valutazione cambia completamente se usiamo il 20mm con oculari dalla focale fissa come gli ottimi (quasi tutti) 30x. In questo caso la resa è molto buona e consigliata proprio per la qualità finale dell’immagine prodotta che è di gran lunga superiore (fino ai bordi) ad un fattore di ingrandimento di 30x degli zoom. Il minor numero di lenti e la compattezza finale ci dovrebbero garantire una maggiore definizione e luminosità colore.
Alla luce di questa ultima considerazione il Panasonic Lumix G 20 mm f / 1.7 II ASPH è sicuramente consigliabile, per la sua qualità ottica (colore, luminosità e contrasto), ad un digiscoper attento e raffinato dotato di un sistema completo e di grande qualità ottica.
Nota: - Questa ottica è davvero divertente se usata non in digiscoping. Paesaggi e piccolo reportage diventano facili e divertenti. Un obiettivo che dovrebbe essere nel corredo di un fotografo “completo”.
Panasonic GF6, nel complesso, offre un buon livello di prestazione più che in linea con il suo stato di entry-level, se non addirittura superiore a quello che ci si aspetta da una macchina del suo prezzo e comparata alle sue più dirette rivali.
La sua costruzione compatta ma robusta è l’ideale per chi ha
bisogno di trasportare tutta la attrezzatura per lunghi
tratti e non intende rinunciare alla qualità di una macchina
dal sensore più grande di una compatta e dagli obiettivi
intercambiabili. Un unica macchina per belle foto in
digiscoping, paesaggi, macro e foto ricordo.
Il salto più gratificante e indolore per un digiscoper
affezionato alle caratteristiche di maneggevolezza e
praticità delle macchine compatte ma desideroso di una
maggiore qualità e definizione finale riscontrabile solo con
sensori più grandi.
Ci è piaciuto
·
Una delle più piccole e pratiche mirrorless per il
digiscoping.
·
Ottima resa colore e contrasto immagine. · Schermo mobile. · LCD AMOLED Touchscreeen con supporto multitouch.
·
Wi-Fi integrato con
NFC
.
·
Ottima e affidabile l’esposizione.
·
Ottimo RAW.
·
Rapida messa a fuoco con aiuto per la messa a fuoco manuale.
·
Touchscreen per la selezione del punto di MaF.
·
Menu chiaro e molto pratico il menu veloce.
·
Robustezza
(corpo in lega metallica) Design.
Non ci è piaciuto
·
Nessuna possibilità di scatto remoto se non con il Wi-Fi.
·
Nessuna slitta multifunzione.
·
Assenza GPS integrato o opzionale. · Assenza prese per microfono stereo esterno.
·
Autonomia della batteria
Ecco alcune immagini realizzate con alcuni cannocchiali.
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