Come
avvicinarci ai nostri soggetti.
Più di una volta mi è stato chiesto perché con il digiscoping che raggiunge focali lunghissime ci sia bisogno di avvicinarsi agli animali.
Questo non è l'approccio giusto al digiscoping.
Certo che possiamo fotografare soggetti lontanissimi e saranno sempre soggetti interessanti ma il fatto di cercare con il mimetismo di non risultare visibili ci pone nella situazione di poter studiare bene i nostri soggetti per riprenderli nel loro ambiente naturale nella maniera e nella forma più spontanea per loro. Il fatto poi che, con questo sistema, essi si portino sempre più vicini è solo un vantaggio per il successo delle nostre foto. La paura innata degli animali, dovuta in gran parte alla pressione e persecuzione di un gran numero di specie da parte del uomo, fa si che la fauna sia abbastanza diffidente a lasciarsi fotografare. La fotografia naturalistica per me è esclusivamente quella praticata con animali allo stato libero.
Siamo spesso portati a pensare che il successo di una foto sia dovuto al fatto di aver sorpreso l'animale che non si era accorto di noi. SBAGLIATO! Gli animali avvertono la nostra presenza molto ma molto prima che noi la loro. Più fotografo e più sono convinto che nella maggior parte dei casi sono stato accettato perché in qualche modo ho trasmesso un po' di fiducia (forse la mia è un illusione ma mi piace pensarla così).
In paesi dove si è instaurato un sano rapporto di rispetto con la natura alcuni soggetti che qui in Italia facciamo fatica a fotografare diventano talmente famigliari che vengono a mangiare dalle nostre mani (ho visto un picchio muratore prendere dei semi dal palmo della mano di un amico, ho visto a pochissimi metri da me un airone cenerino riposare e potrei continuare con altri esempi). Quindi quando lavoriamo con un capanno o con qualche altra forma di mimetismo non dobbiamo pensare di "fregare" gli animali ma semplicemente di arrecare il minor disturbo possibile alla loro vita.
In ogni caso l'uso delle reti mimetiche o del capanno portano a dei vantaggi di carattere qualitativo per la resa cromatica e la scelta dell'inquadratura. Comodamente appostati con la fotocamere sul cavalletto si può attendere, con la luce migliore, il movimento giusto del soggetto per riprenderne pose spontanee, curiose o indicative. Individuato il posatoio di un Martin Pescatore possiamo attendere una delle sue innumerevoli soste per fotografarlo con la luce giusta e magari con la preda nel becco. Se la caccia fotografica vagante è tensione e prontezza di riflessi per non perdere i pochi attimi disponibili per Io scatto, la caccia fotografica da appostamento è calma, riflessione e pazienza.
Qualcuno potrà ora dirmi che per fotografare in questo modo non è indispensabile il digiscoping, tanto vale usare un sistema tradizionale con teleobiettivi. Niente di più giusto! Rimane però una considerazione da fare: il nostro macchinario riesce si a raggiungere focali lunghissime ma a 3000-3500mm. le immagini saranno comunque meno definite per motivi di fisica ottica e di perturbazioni atmosferiche. La focale massima a prezzi ragionevoli con l'uso dei teleobiettivi e l'aiuto degli extender (1,4 o 2X) può essere dagli 850 ai 1200mm. se consideriamo l'uso di un 600mm. e gli extender (ma si parla sempre di 6 o 7,000.00 euro che non per tutti sono pochi). Con queste focali abbiamo già la perdita di 2-3 stop per l'uso del duplicatore, un peso dell'attrezzatura che supera i 4Kg. e la necessità assoluta di un cavalletto. Risulta chiaro che con il digiscoping possiamo raggiungere lo stesso scopo e superarlo spendendo molto meno. Se poi consideriamo che con l'attrezzatura citata per riprendere il Martin Pescatore a tutto formato dobbiamo avvicinarci almeno a 10-15m. la stessa foto, con il digiscoping, può essere anche a 30-40m. ecco che allora è chiaro il vantaggio. Nella nostra galleria di foto c'é un esempio abbastanza indicativo: la foto del Picchio Verde che, soggetto assai diffidente, è stato fotografato solo grazie a un capanno di rami secchi costruito una settimana prima, e comunque ad una distanza maggiore dei 75m. La foto in questione non è stata ritagliata ma solo ritoccata con Photoshop. Quasi tutte le mie foto sono a formato intero.
Tutto quello che mi accingo a scrivere è frutto sia dell'esperienza sul campo che di discussioni e letture. Altro è stato carpito da documentari televisivi alcuni dei quali avevano come soggetto proprio la tecnica di avvicinamento. Purtroppo l'emittente tedesca "Terra Nova" che aveva in programma numerosi documentari, molti dei quali con presentazioni tecniche dettagliate, non esiste più.
** Nota importante: In tutti i casi in cui acquistiamo un capanno, un abito mimetico, un telo o soprattutto una rete di quelle gommate è importante lasciare esposto al sole e alla pioggia per almeno un paio di giorni al fine di toglierli l'odore degli amidi o gomma che sarebbero subito sentiti dalle nostre "prede" e inficerebbero completamente tutto il nostro sforzo mimetico. Non usiamo profumi o dopobarba e possibilmente non fumiamo ne prima ne durante gli appostamenti. Quando laviamo i nostri capi mimetici non usiamo ammorbidenti troppo profumati.
In sintesi possiamo dire che sono tre i metodi per poterci mimetizzare nell'ambiente.
1) - Il capanno fisso e quello portatile.
2) - L'abbigliamento.
3) - La rete mimetica.
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1) - Il capanno fisso e quello portatile.
La forma
del capanno classico è quella di un
parallelepipedo dell'altezza di un metro e
settanta e una larghezza di un metro circa.
L'intelaiatura può essere in legno per
quello fisso in un luogo per molto tempo o,
come nelle tende da campeggio, costituita da
strutture metalliche leggere con sistema di
allungamento telescopico o a incastro
diretto. La copertura e le pareti
possono essere con tavolacci o frasche
altrimenti con tessuto mimetico o teli
ombreggianti. In ogni caso è importante che
il telo abbia una trama fitta al fine di
non proiettare in trasparenza, con il sole
alle spalle, la nostra ombra che
insospettirebbe gli animali. Altra cosa
importante è che, a meno di installarlo
fisso in una nostra proprietà, sia del tutto
facilmente smontabile e trasportabile al
fine di non lasciare traccia del nostro
passaggio una volta smontato.
Se
dovessimo scegliere per un capanno leggero
con copertura di stoffa è importante
fissarlo bene al suolo per non vedercelo
portare via dal vento o per non creare
rumori inutili. L'apertura da dove uscirà il
nostro cannocchiale deve essere abbastanza
grande da non crearci intoppi nel movimento
e permetterci di osservare e puntare con il
mirino laser.
Molti usano una rete tipo zanzariera.
Rimane comunque il fatto che più la passione
ci prenderà più la ricerca del modo per
lavorare al meglio ed ottenere miglior
risultati ci farà sbizzarrire. In commercio
ci sono vari tipi di capanno portatile usati
dai cacciatori che noi potremmo usare nella
forma originale o intervenendo con
variazioni. In genere è meglio intervenire
con rami o canniccio per variare la forma
cubica che non è naturale.
In rete ci
sono diverse opportunità di trovare capanni
da caccia leggeri e veloci nel montaggio.
Tra i siti più frequentati (http://www.ameristep.com).
Non è l'unico ma sicuramente è quello che
offre più scelta. Ci sono poi capanni
tubolari da usare sdraiati a filo terra. Con
questi si fanno foto interessanti se
collocati sulle rive di stagni e fiumi
fotografando i nostri soggetti a filo
dell'acqua. In questi casi è consigliato
usare un materassino o un lettino di quelli
prendi-sole per non avere dolori dopo poco.
La cosa importante e assicurarci di creare
le migliori condizioni per lavorare in
maniera gradevole per il nostro corpo dato
che si tratta di un lavoro che comporta lo
stare fermi per molto tempo.
In tutti i
casi si renderà necessario appostarsi nel
capanno almeno un ora prima del momento
ideale per lo scatto così da abituare tutto
l'ambiente circostante. Portiamoci un buon
libro (un manuale per il riconoscimento)
della cioccolata e dell'acqua e
attendiamo fiduciosi (se desideriamo
portarci dei panini o caramelle facciamo
attenzione a scartarli in anticipo per non
creare rumori inutili). Una cosa che non può
mancare e una sedia comoda e resistente, di
quelle richiudibili da campeggio, e, se
possibile, con la spalliera così da riposare
la schiena nella lunga attesa, I vestiti
devono essere comodi e, se lavoriamo in
condizioni di basse temperature, che abbiano
un alto potenziale isolante già che più
passano le ore più la perdita di calore si
fa sentire.
La
direzione del sole è da valutare
attentamente nel localizzare il capanno.
Occorre prevedere che la zona dove
appariranno gli animali non sia in contrasto
con la direzione dell'illuminazione solare.
Sarebbe assurdo piazzare il capanno con
l'apertura principale in direzione est
sapendo che gli animali saranno
fotografabili principalmente al mattino: ci
si troverebbe contro il sole.
Non
lasciamo l'apertura posteriore aperta per
non proiettare la nostra ombra sul telo e
anche per non insospettire gli animali alle
nostre spalle che, vedendoci, avvertirebbero
con il loro allarme tutto l'ambiente
circostante. Cerchiamo di piazzarci con alle
spalle di un tronco d'albero o un cespuglio
e comunque piazziamo delle frasche secche
davanti al nostro capanno.
Se usiamo una
rete mimetica di quelle militari
assicuriamoci di non lasciar immaginare la
nostra siluette.
L'interno
del capanno dovrà quindi essere il più buio
possibile e il più comodo per i movimenti di
puntamento e non solo.
La scelta del
luogo dove piazzarci o piazzare i capanni
deve cadere su una zona frequentata
intensamente da animali e poco da esseri
umani e dove abbiamo precedentemente
individuato dei posatoi. Se siamo sicuri del
posto la cosa ideale sarebbe piazzare il
capanno un giorno prima e appostarci il
giorno dopo al mattino presto. Altro piccolo
accorgimento è quello di arrivare in due nel
capanno e, dopo poco, uno solo se ne
allontana. Questo rassicurerà gli animali e
faciliterà il loro avvicinamento.
Una volta
inquadrato e messo a fuoco il soggetto si
deve evitare il più possibile che il rumore
provocato dallo scatto e dello specchio (con
le reflex) lo spaventi facendolo fuggire,
così da rendere impossibile la ripresa di
ulteriori immagini. Si può eliminare questo
inconveniente ribaltando lo specchio (Oggi
quasi tutte le nuove reflex hanno la
possibilità di lavorare in Live View)
e, in caso di una compatta, togliere dal
menu della macchina il suono.
Per
attutire ogni forma di rumore della macchina
che non possiamo eliminare dai menu occorre
rivestire la macchina con gli appositi
"blimp" o realizzare da sé un "sacchetto
antirumore ", costituito da tela e materiale
fonoassorbente (anche ovatta) con cui
rivestire la macchina.
Quando il soggetto
entra nel campo utile di immagine, a
differenza di quanto si fa nella caccia
fotografica vagante, non si deve scattare
immediatamente, ma dare tempo all'animale di
riadattarsi e rassicurarsi. In questo modo
possiamo scattare quando vediamo l'animale
nella posizione più serena o particolare
scegliendo l'inquadratura che più ci piace.
In un altra sezione del sito parliamo di
quali sono gli elementi base per la
realizzazione di una fotografia gradevole
alla vista dell'osservatore.
In ogni
caso mai fare movimenti repentini o nella
direzione del nostro soggetto.
Un capanno
fisso, o quasi, che uso per la sua velocità
di posizionamento e praticità di trasporto è
costituito da un ombrello mimetico di grandi
dimensioni (quello dei cacciatori o
pescatori) che fisso al terreno con un
supporto artigianale. Tutt'intorno
all'ombrello lascio cadere una rete mimetica
che, dall'interno, copro in parte con un
telo mimetico così da non lasciar trasparire
nulla. Lascio solo un buco per far uscire il
cannocchiale e il mirino laser. Quasi sempre,
in questo caso, mi posiziono con alle spalle
un tronco, una siepe o una roccia.
Un
capanno che da molte soddisfazioni è la
nostra automobile. Gli animali dimostrano di
non avere tanta paura della automobile e si
avvicinano facilmente ad essa. Con la rete
mimetica copro la parte vetrata dall'interno
e appoggio un sacchetto di tela riempito di
fagioli allo sportello con il vetro
abbassato. Altre volte monto il cavalletto
dal lato della poltrona del passeggero.
Il sacchetto con i fagioli può essere anche costruito da noi usando un paio di pantaloncini da bambino (1-2 anni) al quale abbiamo cucito le estremità delle gambe e, dopo averlo riempito di fagioli, anche la parte del bacino. Un consiglio è quello di non usare tessuti troppo elastici (es. tutine in felpa) e se ne avete due li unite dalla parte superiore così da avere un supporto che fascia la portiera della vostra macchina.