Chiarimenti
e semplici indicazioni
Cosa è | ||||||||||
Cannocchiale rifrattore prismatico terrestre |
Il cannocchiale rifrattore è
lo strumento più usato nel mondo dei
digiscoper per la sua grande
facilità d'uso e per la relativa
robustezza. Negli ultimi decenni si
è sviluppato moltissimo grazie a
progetti più raffinati ed all'uso di
lenti di grandissima qualità ottica. Aziende come Swarovski, Kowa, Zeiss e Leica sono state fondamentali nello sviluppo di uno strumento capace di associarsi ad una macchina fotografica per poter essere usato come un iper-tele. Oggi, (il digiscoping è nato nel 1999) dopo poco più di un decennio, sono tantissimi i digiscoper. Dal 1608, anno in cui Gallileo sviluppò il primo progetto, ad oggi il principio è, per lo più, rimasto lo stesso. L'aggiunta di prismi ne ha raddrizzato l'immagine ed accorciato le misure. I prismi possono essere di tipo a tetto o di Porro.
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Cannocchiale riflettore |
Molti optano per il cannocchiale
a riflessione per motivi che possono
essere sia di qualità ottica come di
risparmio economico. Questi strumenti si basano sull'uso di specchi parabolici I più comuni si basano sulla configurazione Maksutov-Cassegrain che ha il vantaggio di una compattezza davvero invidiabile. L'uso di specchi di altissima qualità elimina completamente le aberrazioni cromatiche. Per poter avere un immagine raddrizzata sia orizzontalmente che verticalmente bisogna adottare dei prismi raddrizzatori da applicare prima dell'oculare. Di contro hanno una bassa luminosità e hanno bisogno di un periodo di climatizzazione prima di essere operativi al massimo. Un altro difetto che viene spesso segnalato dai digiscoper è quello della loro delicatezza. Un colpo accidentale può scollimare i due specchi e la loro collimazione è laboriosa e lunga.
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Oculare |
Per un
maggiore approfondimento potete
consultare la pagina tutta dedicata
a questo fondamentale elemento del
nostro cannocchiale.
Cliccando qui. |
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Paraluce |
Quasi tutti i nostri
cannocchiali sono dotati di un
paraluce. Tutti i vari produttori di
cannocchiali esaltano e lodano la
loro tecnologia sul trattamento
delle superfici delle lenti. Nel caso dei cannocchiali viene sempre presentata la proprietà del rivestimento della prima lente con doti di resistenza all'umidità e alle involontarie macchie d'unto. Sono doti certamente molto importanti ma non sono le uniche che devono essere prese in seria considerazione. Il trattamento antiriflesso su tutte le superfici delle lenti, interne ed esterne, è fondamentale per un ottima resa dell'immagine. Definizione e colore ricevono un grande aiuto dall'elilminazione dei riflessi interni e dalle luci tangenti alla lente frontale. In ogni occasione è necessario usare il paraluce esteso a protezione sia della lente frontale come da riflessi interni al corpo cannocchiale. Avrete notato come nei miei test cito sempre le caratteristiche del paraluce e se c'è la possibilità di usare il tappo anteriore con il paraluce esteso. Il paraluce generoso è una garanzia e il tappo che si blocca a quest'ultimo una grande praticità esattamente come la silenziosità del paraluce durante la sua estrazione e, soprattutto, a fine corsa.
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Problemi delle nostre immagini | ||||||||||
Aberrazione cromatica. | L'aberrazione
cromatica è presente solo nei
cannocchiali rifrattori ed assente
in quelli riflettori. Questa è il problema più frequente e assillante per un digiscoper. ![]() La luce viene scomposta variando così i punti di messa a fuoco a seconda della lunghezza d'onda e quindi dei vari colori. Intorno all'immagine si verranno a creare degli aloni colorati. Questo effetto, oltre che fastidioso, toglie anche definizione all'immagine. Viola, verde o giallo sono i colori che si presentano più frequentemente. Questa aberrazione viene parzialmente corretta con la presenza di un ulteriore lente realizzata con materiali che hanno una dispersione tale da correggere questo difetto. La soluzione più raffinata è quella con lenti a bassa dispersione come le lenti dette alla "fluorite". Il doppietto che si viene a creare, in genere, riesce a correggere due colori. In commercio ci sono tripletti apocromatici capaci di correggere più frequenze di colori. Purezza del materiale di sintesi e qualità di lavorazione delle superfici aiutano a risolvere anche questo problema di fisica ottica. Nelle nostre immagini è assai frequente con cannocchiali di bassa o media qualità ottica e, anche, per la nostra esigenza, di usare diaframmi molto aperti. Si accentua anche nel caso di una messa a fuoco poco precisa o di un ottica dell'oculare o della macchina fotografica che non è all'altezza o compatibile con quella del cannocchiale.. Sotto: La prima immagine mostra l'effetto, prodotto da una luce bianca puntiforme, che, nella seconda immagine, viene corretta dalla ulteriore lente a bassa dispersione o alla fluorite. Le lenti "alla fluorite" (fluoruro di calcio) vengono prodotte con processi di sintetizzazione, per ragioni di salute e pratiche, non sono più naturali. (Il Fluoruro di calcio viene impiegato nella produzione di acido fluoridrico, un acido molto pericoloso in quanto a contatto con il calcio delle ossa può causarne il deterioramento). ![]() ![]() Questo effetto, se presente, lo correggiamo solo con una attenta e selettiva post produzione con un buon programma di foto ritocco. Esistono diversi metodi e strumenti per intervenire sull'immagine ma ... lascio ad altre sezioni la spiegazione.Nota: Lo stesso effetto visivo ma non la stessa origine ottica la possiamo trovare in immagini che sono prodotte da sensori con limitate capacità di ricostruire i colori dell''immagine. Sono, soprattutto, vecchi sensori economic |
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Aberrazioni geometriche |
Le aberrazioni geometriche sono
distorsioni dell'immagine dovute a
caratteristiche ottiche che, in
genere, vengono corrette dal
produttore. Si presentano più
frequentemente quando lo strumento
ottico è composto da un numero
elevato di lenti. La più conosciuta è la aberrazione sferica che si ha quando i raggi paralleli all'asse ottico non riescono a convergere nello stesso punto. I raggi della parte centrale non hanno lo stesso fuoco con quelli laterali. I primi tentativi di correzione furono risolti con aggiunta di altre lenti ma oggi si preferisce usare lenti asferiche. Queste sono assai complesse e devono essere progettate una per ogni singola soluzione. Obiettivi con lenti asferiche sono più costosi ma compatti e leggeri. Quella a "Barilotto" è una delle aberrazioni più facili da intuire e frequenti in ottiche grandangolari o zoom con grande estensione di focali. Una distorsione che influisce sulla forma dell'oggetto creando l'effetto a "pancia". Insieme a quella a "Cuscinetto" è causata soprattutto dalla posizione del diaframma. Un alta aberrazione presente nelle ottiche economiche è quella chiamata Coma il cui effetto molto fastidioso abbassa drasticamente la definizione soprattutto ai bordi dell'immagine. In pratica è l'incapacità della lente a trasformare la luce puntiforme in un unico punto. Si creano una serie di punti di diverse dimensioni che portano alla creazione di una scia luminosa. Coma deriva da cometa. |
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Profondità di campo |
La profondità di campo (PdC) è
l'intervallo di spazio davanti e
dietro il punto di fuoco, entro il
quale gli oggetti appaiono nitidi.
Questo varia con il variare del
diaframma ... ma non solo. Ho usato
il vocabolo apparentemente perché è
solo la zona dove abbiamo messo a
fuoco che rimane perfettamente
nitida e il resto dell'immagine,
anche se non sembra, è fuori fuoco
comunque. Nel caso della PdC vista da un punto di vista pratico e non fisico, dove conta anche la distanza iperfocale o il valore minimo che diamo al "circolo di confusione", possiamo semplificare dicendo che essa varia principalmente con la differenza di potenza ottica e con la chiusura del diaframma. L'argomento è vastissimo ma noi prenderemo in considerazione solo il caso che ci è vicino, ... quello con l'uso di un super tele. ![]() Più aumenta la focale minore è l'area apparentemente a fuoco. Questa è una legge di fisica ottica e non ammette eccezioni. Ora noi lavoriamo con focali che sono da 1.800mm a 4.600mm. Pur variando il diaframma la differenza è talmente minima e indistinguibile che i vantaggi sono del tutto irrisori. Al contrario abbiamo tutto da guadagnare se lavoriamo con diaframmi aperti, vista la poca luminosità dell'ottica risultante. La unica valutazione che dobbiamo considerare per la resa della nostra immagine è stabilire dove dobbiamo mettere a fuoco con precisione per sfruttare al meglio quella poca PdC che ci restituisce il nostro sistema. Con un poco di pazienza e alcune prove memorizziamo quali sono le misure che possiamo sfruttare ricordandoci sempre che l'area anteriore al punto perfettamente a fuoco è inferiore a quella posteriore. Un esempio: se fotografiamo un righello perpendicolare alla nostra macchina e mettiamo a fuoco sul valore 5cm, la PdC non sarà nell'area da 2 a 8 ma da 3,5 a 8. Più il teleobiettivo è potente minore è la sua PdC. Da anni, semplicisticamente, si dice che la PdC è quello spazio che dalla messa a fuoco perfetta copre ancora un terzo dell'area anteriore e due terzi di quella posteriore. Non è una legge ma chiarisce il concetto con una buona approssimazione. ![]() Come in ogni immagine che ritrae un soggetto vivente è sempre l'occhio quello che deve avere la precedenza ma questo non vuol dire che dobbiamo mettere a fuoco solo su di lui. A seconda della posa del soggetto cercheremo un compromesso. Se fotografiamo un uccello visto di schiena sarà quasi sulla sua groppa l'area che metteremo a fuoco per poter avere buona parte del dorso leggibile e bene anche la testa. Se, al contrario, fotografiamo il soggetto di fronte sarà la lunghezza del suo becco a farci da parametro per la messa a fuoco. Consiglio sempre di scaricare un test preparato, ne troviamo molti in vari siti, e fare delle prove così da poter valutare la resa del nostro sistema. Le prove vanno fatte a tutte le focali dell'obiettivo e a tutti i fattori di ingrandimento dell'oculare. In questo sito potete scaricare in formato PDF una dima di controllo. QUI Questo è uno strumento molto adatto ma non viene regalato. SpyderLensCal Nel bellissimo sito di Tim Jackson possiamo scaricare un altra dima gratuita. |
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Vignettatura |
![]() I moderni oculari hanno un estrazione pupillare con un angolo molto ampio. Questo aiuta molto ma non risolve del tutto i vari problemi. Alcune compatte odierne hanno obiettivi con una estensione zoom che, partendo da un grandangolare, crea problemi di posizionamento nella distanza tra oculare e obiettivo. Per limitare al meglio la vignettatura dobbiamo poter variare ad ogni fattore di zoom questo parametro. Dobbiamo costruire quindi un adapter con due elementi capaci di scivolare tra loro mantenendo lo stesso asse di fuoco tra le lenti. Anche la variazione del diaframma porta ad una diversa valutazione della vignettatura. |
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Regola dei terzi |
Ecco un altra regola che "regola"
non è. Nessuno ci obbliga a
rispettarla ma, certo è che, è un
ottimo valore da tenere in
considerazione nel momento dello
scatto o del taglio dell'immagine.
Molte reflex ed alcune compatte ci
permettono di controllare
direttamente dal mirino o dall'LCD i
riferimenti, le 4 linee 2 verticali
e 2 orizzontali, per poter, da
subito, considerare quali e dove
sono i punti di intersezione che ci permettono di posizionare il
soggetto per rispettare questa
regola di composizione. Questa ci è
stata tramandata da secoli, quando i
pittori studiarono un codice per
rendere l'immagine più gradevole e
di immediato impatto. Questa regola
vale sia per immagini ambientate
come per i "mezzi busti". La cosa
che stabiliremo prima è il punto
dove sta il soggetto o la parte che
di esso vogliamo far risaltare.
Stabilito questo facciamo in modo
che si trovi in uno dei punti di
intersezione delle linee, non nel
centro (sezione aurea). Chiaro che
la scelta di questo punto di
intersezione può variare a seconda
della posa o delle caratteristiche
dell'ambiente. Di massima si
considera dare maggiore spazio nel
verso di dove guarda il soggetto o
della sua direzione di marcia. La
posizione in alto o in basso della
metà del fotocolor è derivata solo
dall'elemento che caratterizza in
secondo grado il soggetto. Es. un
anatra che procede nuotando verso
destra sarà posta a sinistra nel
punto di intersezione in alto per
poter contenere anche la sua
immagine riflessa nell'acqua. |
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Calcoli semplici ma utili | ||||||||||
Esempi con |
Kowa
TSR88 Swarovski ATM 80HD Oculare - 30x Canon S95 (Sensore - 1/1.7" - Obiettivo - 6-22,5 (28-105mm 4x (35mm)) Canon 550D con sensore 22.3 x 14.9 mm e ottica 50mm 1.4 |
FX
= Fattore di
ingrandimento oculare DC = Diametro lente cannocchiale FTZ = Massimo fattore di zoom dell'obiettivo della macchina |
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Lunghezza focale |
Moltiplicare la focale
dell'0biettivo della macchina nel
valore corrispettivo al formato 35mm
(full Frame) per il fattore di
ingrandimento dell'oculare. 105mm X 30x = 3.150mm |
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Calcolo della luminosità risultante |
(FXxFTZ)÷DC Il Kowa 88 e la Canon S95 con l'oculare 30x (30 X 22,5) ÷ 88 = 7,67 Lo Swarovski 80 e la Canon S95 con l'oculare 30x (30 X 22,5) ÷ 80 = 8,43 |
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